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16 Giugno 2025 - di Marco Piasentin
Firenze, 18 febbraio 2018 — In un capolavoro di resilienza sportiva, la Fiat Torino conquista la sua prima storica Coppa Italia, superando in finale la Leonessa Brescia 69‑67 al Mandela Forum di Firenze. Una vittoria leggendaria, resa ancora più straordinaria dalle vicissitudini societarie e tecniche che avevano scosso la squadra poco prima del torneo.
La stagione 2017‑18 sembrava promettente: con l’arrivo in panchina di Luca Banchi, Torino aveva conquistato una solida qualificazione alle Final Eight 2018, oltre a buone prove in Eurocup, tra cui una vittoria interna sul Bayern Monaco. Ma, nel pieno della stagione, incomprensioni con la dirigenza portarono il coach toscano a presentare le sue dimissioni, il 15 gennaio 2018.
La società chiamò Carlo Recalcati, ma dopo appena cinque partite (tra sconfitte e tensioni) anche lui lasciò, aprendo la strada alla promozione di Paolo Galbiati, all’epoca 34enne e primo assistente di Banchi.
Quella che sembrava una crisi irreversibile si trasformò in una rinascita fulminea: sotto la guida audace di Galbiati, Torino si presentò a Firenze con un gruppo rivitalizzato e determinato, nonostante i cambiamenti e i pochi giorni di preparazione.
La finale contro Brescia è stata un duello feroce fino all’ultimo secondo. Brescia ha condotto per buona parte del match, poi la svolta: i rimbalzi di Mazzola e Mbakwe, l'intelligenza di Garrett, le triple decisive di Peppe Poeta, ora sulla panchina proprio dei lombardi e, soprattutto, un contropiede chiuso da Sasha Vujacic assistito da Deron Washington a 2″ dalla sirena, che ha definito il 69‑67 conclusivo di una vera e propria battaglia.
Emozioni fortissime: l'impresa al Mandela Forum si è tramutata in lacrime, abbracci e commozione in campo, tra giocatori, staff e tifosi, tutti convinti di aver lasciato il peggio alle spalle e consci di aver conquistato un trofeo storico.
Quella vittoria non fu solo una coppa: fu la testimonianza che, anche dalle difficoltà e dal caos, può nascere qualcosa di grande. Torino dimostrò che, nel basket come nella vita, la volontà e la coesione possono trasformare le crisi in epiche vittorie.
Quella fu l'ultima pagina gloriosa dell'allora Auxilium Torino. Purtroppo, altri problemi interni porteranno al fallimento e anche quella stagione si concluderà in maniera pessima ma è un'altra storia.
Quello che nessuno potrà mai togliere dalla testa dei tifosi gialloblù sarà quel layup di Vujacic in contropiede, seguito dalla corsa di coach Galbiati verso la sua famiglia e l'esultanza di un Peppe Poeta stremato, incerottato e, anche per questo, glorioso.